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Tartarughe di terra, cosa sapere prima di adottarle

Le tartarughe di terra sono animali affascinanti e l’idea di ospitarle nel proprio giardino può essere allettante. Questa decisione però non va presa alla leggera: ci sono tantissime cose da sapere prima effettuare questa scelta, per non commettere errori e per offrire a questi rettili un ambiente adatto. Le tartarughe terrestri più comuni in vendita sono Testudo hermanni, una delle tartarughe mediterranee. Meno comunemente si trovano T. graeca e T. marginata.

Origine legale

Testudo hermanni, T. graeca (secondo la provenienza, però) e T. marginata sono originarie dell’Italia o di paesi che hanno lo stesso clima, e sono perciò le tartarughe più indicate da ospitare nei nostri giardini.
La prima cosa da sapere è che il possesso e la cessione di queste tartarughe di terra è rigidamente regolamentato da diverse leggi. Ogni tartaruga deve avere un documento (CITES) che ne documenta l’origine legale e gli deve essere stato inserito un microchip simile a quello dei cani; una tartaruga priva di CITES non può essere “messa in regola” e il suo possesso è un reato penale che comporta inoltre il sequestro del rettile e forti multe. Pertanto, è importante adottare solo Testudo mediterranee di provenienza legale e dotate di regolare documentazione. L’acquisto può avvenire nei negozi che trattano rettili o da allevatori privati che vendono i piccoli nati in cattività. La regola vale anche se le tartarughe vengono cedute gratuitamente. Continua la lettura di Tartarughe di terra, cosa sapere prima di adottarle

La longevità delle tartarughe

Le tartarughe sono rettili eccezionalmente longevi. La comune tartaruga d’acqua dolce può superare i 30 anni, le grandi tartarughe marine vivono 80-100 anni e le nostre tartarughe di terra possono superare i 100-150 anni di vita, se non intervengono malattie e incidenti.
Il record di longevità documentata spetta ad una Geochelone gigantea, Adwaita, che ha raggiunto 255 anni di vita.

Adwaita, la tartaruga ultra bicentenaria

La spiegazione scientifica di questo affascinante fenomeno sta nella cosiddetta “senescenza trascurabile”. Consiste nel fatto che le cellule di questi rettili non sono soggette ai danni che si accumulano con il tempo per cui si mantengono sempre “giovani” e pienamente funzionali; i loro organi interni rimangono perfettamente efficienti anche con il passare degli anni, al contrario di quanto purtroppo accade ai mammiferi (uomo compreso). Neppure la capacità riproduttiva diminuisce con il passare degli anni. Continua la lettura di La longevità delle tartarughe

Primavera, iniziano i traumi per le tartarughe

tagliaerba

Con il risveglio dal letargo, le tartarughe ricominciano a vagare per il giardino e i veterinari con regolarità sconfortante ricominciano a vedere in ambulatorio questi rettili con la corazza devastata da traumi. I pericoli a cui sono soggette le tartarughe domestiche sono sempre gli stessi, completamente prevenibili con un po’ di attenzione ma sempre ricorrenti: tagliaerba, automobili e cani.

Se abbiamo delle tartarughe libere, prima di azionare il tagliaerba è necessario radunarle tutte in un luogo sicuro; se una o più mancano all’appello meglio attendere a sistemare il giardino. La cosa migliore sarebbe recintare un ampio spazio tutto per loro, ben soleggiato ma con una parte in ombra, in cui lasciare che le piante crescano liberamente. Sono infatti le piante di campo e l’erba l’alimento di cui hanno bisogno, senza aggiunta di altro a parte l’acqua da bere.

Per quanto riguarda i cani, si deve impedire loro di arrivare a contatto con le tartarughe: molti non esitano a dilaniarle come fossero ossi succulenti. Anche cani che le hanno ignorate per anni a volte di punto in bianco decidono di rosicchiarsele per bene. Se vogliamo tenere tartarughe è meglio rinunciare ai cani, e viceversa. L’alternativa è una recinzione assolutamente sicura, che impedisca il contatto tra le due specie. Continua la lettura di Primavera, iniziano i traumi per le tartarughe

Il risveglio dal letargo delle tartarughe terrestri

Chi possiede delle tartarughe di terra alla fine dello scorso autunno le avrà viste interrarsi in giardino per iniziare il letargo invernale. Le tartarughe, infatti, come tutti i rettili dipendono dal calore del sole per fornire energia al loro metabolismo, e con il freddo non riuscirebbero a sostenere le loro attività fisiologiche. Sprofondate nel terreno, le tartarughe restano in una sorta di animazione sospesa, rallentando il metabolismo all’estremo e sopravvivendo grazie alle riserve corporee accumulate alimentandosi durante il periodo caldo e all’acqua accumulata nella vescica.

Quando, in primavera, la temperatura ambientale risale sopra i 10°C, l’organismo del rettile inizia a rimettersi in moto. Il letargo non è un tranquillo sonno invernale, ma un periodo potenzialmente molto rischioso se non si svolge in maniera ottimale. Se la temperatura è rigida, arrivando a zero gradi o meno, i tessuti si congelano causando danni di vario grado, come paralisi, cecità, lesioni cerebrali. Continua la lettura di Il risveglio dal letargo delle tartarughe terrestri

Sguardi di tartarughe