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Cagne e gatte devono avere cuccioli prima della sterilizzazione?

sterilizzazione e gravidanza cagna e gatta

Molti ancora si chiedono se è opportuno far fare una gravidanza a cagne e gatte prima di sterilizzarle. In breve, la risposta è “assolutamente no”.

Sappiamo che è di importanza fondamentale la sterilizzazione chirurgica di questi animali, sia per impedire la nascita continua di cuccioli e gattini sia per la prevenzione di malattie dell’utero e dei tumori mammari. La sterilizzazione, se effettuata prima del primo calore, vale a dire intorno ai 6 mesi di età, ha il vantaggio di prevenire quasi completamente i tumori della mammella. Ma è necessario far avere una cucciolata prima della sterilizzazione? È di beneficio per la cagna o la gatta?

Far fare una gravidanza non è di alcuna utilità per la madre e anzi ha diversi svantaggi. Per prima cosa, se la femmina ha anche un solo calore diminuiscono i benefici della sterilizzazione sulla prevenzione dei tumori della mammella. Inoltre, fattore non meno importante, se ogni cagna o gatta facesse anche solo una cucciolata prima di essere sterilizzata, ci sarebbe un incremento eccezionale della popolazione di cani e gatti. Di questi animali però abbondano canili, gattili, rifugi, per non parlare di quelli semplicemente abbandonati a loro stessi. Se anche si trovasse una famiglia responsabile e amorevole per ciascun cucciolo, questo porterebbe via il posto a un animale abbandonato in cerca di casa. Se poi a ogni figlia si lasciasse fare una cucciolata, e così via alle sue figlie… potete immaginare le conseguenze!

Dal punto di vista della salute della madre, portare avanti una gravidanza e partorire non ha alcun beneficio sulla salute. Il parto può sempre comportare un margine di rischio tanto per madre che per i piccoli. A volte al primo parto la madre, inesperta e spaventata dal dolore del parto, ha difficoltà ad accudire i cuccioli o addirittura li rifiuta.  

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cane bere latte

4 falsi miti sulla salute del cane

Bere latte fa venire i vermi

Ovviamente, è impossibile che il latte causi la formazione di vermi intestinali. L’associazione latte-vermi è probabilmente dovuta al fatto che quando un cucciolo ha una forte infestazione parassitaria, vomita i vermi insieme al latte. I cuccioli si infestano direttamente durante la vita intrauterina o i primi giorni di vita quando allattano, perché le larve dei parassiti intestinali sono in grado di attraversare la placenta o i tessuti della mammella. Per questo è importante eseguire trattamenti antiparassitari alla madre prima e durante la gravidanza, e ai cuccioli le prime settimane di vita.

L’aglio fa andare via i vermi intestinali e le pulci

Volendo fare una battuta, l’aglio è efficace solo contro i vampiri. Non ha assolutamente alcuna attività verso i vermi intestinali e le pulci, contro i quali è necessario usare farmaci antiparassitari. Al contrario, se ingerito in una certa quantità l’aglio risulta tossico ai cani, ai quali causa anemia emolitica (distruzione dei globuli rossi). Vi sono diversi alimenti che noi possiamo ingerire senza problemi (basti pensare alla cioccolata) e che sono tossici per gli animali, quindi non deve stupire che un alimento così salutare non vada dato ai cani. Continua la lettura di 4 falsi miti sulla salute del cane

toxoplasmosi

Gatti, conigli, toxoplasmosi e gravidanza: facciamo chiarezza

Capita troppo spesso che medici e ginecologi spingano le donne in gravidanza a “liberarsi” (letteralmente) di gatti e persino conigli di casa facendo dell’ingiustificato terrorismo psicologico, con la minaccia di gravi conseguenze per il nascituro a causa della possibilità di contrarre la toxoplasmosi dai propri animali. Questo atteggiamento sconsiderato è frutto di un’ignoranza ingiustificabile che crea angoscia alla madre e un trattamento crudele e irresponsabile verso gli animali.

Vediamo ora perché allontanare questi pet è assurdo, distinguendo tra conigli e gatti.

Per quanto riguarda il coniglio, questo animale può, in rari casi, ammalarsi di toxoplasmosi, ma non è in grado di trasmetterla se non consumando le sue carni (poco cotte), pensiero che dovrebbe suscitare un giusto ribrezzo. Il coniglio di casa eventualmente infestato non può in alcun modo trasmettere il parassita alle persone o ad altri animali conviventi, se non viene mangiato (!!).

Per quanto riguarda il gatto, esso è la specie in cui il parassita, Toxoplasma gondii, svolge il suo ciclo completo causando di solito una malattia di modesta gravità, autolimitante. Il parassita lascia il suo ospite attraverso le feci, cosa che avviene per un tempo limitato (circa tre settimane) per poi cessare. Prima che il contatto con queste feci possa infestare un altro animale o una persona, le feci devono restare nell’ambiente per 2-3 giorni. Ecco dunque che bastano semplici precauzioni per  evitare qualunque pericolo di contrarre la malattia (cosa che comunque deve preoccupare solo le donne sieronegative). La toxoplasmosi non si contrae carezzando il gatto di casa, ma venendo a contatto con le feci di un gatto infestato rimaste nell’ambiente per alcuni giorni. La principale fonte di contagio per le donne in gravidanza è rappresentata dal consumo di carne poco cotta. Per maggiori informazioni sulla toxoplasmosi del gatto e il modo di evitare i pericoli leggete questo articolo.

Ai medici che credono che sia necessario liberarsi di gatti e conigli, fate leggere questo articolo presente sul sito epicentro.iss.it a cura del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute.