Con il risveglio dal letargo, le tartarughe ricominciano a vagare per il giardino e i veterinari con regolarità sconfortante ricominciano a vedere in ambulatorio questi rettili con la corazza devastata da traumi. I pericoli a cui sono soggette le tartarughe domestiche sono sempre gli stessi, completamente prevenibili con un po’ di attenzione ma sempre ricorrenti: tagliaerba, automobili e cani.
Se abbiamo delle tartarughe libere, prima di azionare il tagliaerba è necessario radunarle tutte in un luogo sicuro; se una o più mancano all’appello meglio attendere a sistemare il giardino. La cosa migliore sarebbe recintare un ampio spazio tutto per loro, ben soleggiato ma con una parte in ombra, in cui lasciare che le piante crescano liberamente. Sono infatti le piante di campo e l’erba l’alimento di cui hanno bisogno, senza aggiunta di altro a parte l’acqua da bere.
Per quanto riguarda i cani, si deve impedire loro di arrivare a contatto con le tartarughe: molti non esitano a dilaniarle come fossero ossi succulenti. Anche cani che le hanno ignorate per anni a volte di punto in bianco decidono di rosicchiarsele per bene. Se vogliamo tenere tartarughe è meglio rinunciare ai cani, e viceversa. L’alternativa è una recinzione assolutamente sicura, che impedisca il contatto tra le due specie.
Nel tratto di giardino dove passano le automobili le tartarughe non devono poter accedere perché il rischio di schiacciarle è troppo alto e i danni davvero devastanti. Ancora una volta la soluzione consiste in un recinto che tenga i rettili al sicuro.
Primo soccorso
Se nonostante tutto è successo un incidente, che fare? Le tartarughe hanno incredibili capacità di recupero: se i danni subiti non sono devastanti, con le cure giuste possono sopravvivere a lesioni che ucciderebbero subito un mammifero.
È importante rivolgersi immediatamente a un veterinario esperto in rettili ed evitare cure improvvisate “fai da te”. Le ferite non curate adeguatamente possono andare incontro a emorragie, infezioni e infestazioni da larve di mosca.
In attesa di giungere in ambulatorio, la tartaruga va avvolta in un panno pulito, in modo che le ferite non si contaminino, e messa in un piccolo contenitore, perché si muova meno possibile. Ciò vale anche per le tartarughe acquatiche, che non devono assolutamente essere messe in acqua: l’acqua entrerebbe nelle ferite o addirittura nella cavità corporea, portandovi sporcizia e batteri.
Se il danno agli organi interni non è eccessivo e l’emorragia non troppo grave, molto spesso la corazza può guarire e la tartaruga può tornare a vivere nel suo giardino.
Ecco due esempi di lesioni alla corazza.
Caso 1


Caso 2


Povere piccine 🙁
Ad ogni modo i tuoi consigli emergono facilmente a chi ha del buon senso… il problema è proprio non avere il buon senso!
Ne parlavo con Pier giorni fa e sono emersi, nel nostro dialogo, proprio le cose scritte qua sopra…
1) o tartarughe o cani
2) se entrambi comunque le tartarughe in un’area a loro riservata
3) ecc ecc
Grazie i tuoi articoli sono sempre calzanti!
Tutto quello che ho letto ..da voi scritto è interessantissimo e spiegato in maniera chiarissima ..Grazie