I pappagalli, come gli uccelli in generale (ad eccezione dei rapaci), sono animali da preda. Poiché i predatori puntano alle prede più facili, come gli animali malati, gli uccelli hanno elaborato una strategia per sfuggire alle attenzioni di chi li vuole mangiare quando non stanno bene: fingono di essere in salute. Perciò un pappagallo ammalato cercherà di nascondere il suo malessere comportandosi in modo normale quando viene osservato: fingerà di essere attivo e, in particolare, di mangiare. Gli uccelli ammalati sembra che si alimentino normalmente perché vanno alla vaschetta del cibo e lo prendono nel becco, ma per lo più lo fanno cadere a terra.
Questo meccanismo di difesa purtroppo inganna anche i proprietari a cui sfugge lo stato di malattia dell’animale, fino a che questo sta così male da non riuscire più a portare avanti la commedia. Allora se ne sta fermo sul posatoio, con le penne arruffate e il capo sotto l’ala, indifferente a ciò che lo circonda. A meno che non si tratti di una forma acuta, gli uccelli che manifestano questo comportamento sono ormai ad uno stato avanzato, cronico, di malattia, magri e debilitati, con pochissime risorse per risalire la china anche se sottoposti alle cure appropriate. Capita di continuo ai veterinari che si occupano di medicina aviare ricevere pazienti ormai emaciati, in cui ormai è troppo tardi per intervenire, senza che il proprietario avesse idea della gravità della situazione fino ad uno o due giorni prima.
Per non farsi trarre in inganno vi sono delle semplici attenzioni da rivolgere al proprio pappagallo, per capire che non sta bene anche se finge di consumare il cibo. Facendolo regolarmente si possono cogliere per tempo i segni che qualcosa non va.
- Se l’animale è abituato a farsi toccare, si devono palpare i muscoli pettorali per valutarne lo sviluppo. Un pappagallo in buono stato di salute avrà un buono sviluppo dei pettorali, mentre in un individuo troppo magro la prominenza dello sterno sarà evidente.
- Pappagalli ben socializzati, abituati a stare in mano e ad uscire dalla gabbia senza pericolo di fuga, possono essere pesati ponendoli su una bilancia elettronica, precisa al grammo. È il metodo migliore di valutare perdite di peso anche lievi. In condizioni normali è sufficiente pesare l’animale 1-2 volte alla settimana.
- In caso di pappagalli non socializzati, che non possono essere maneggiati senza doverli catturare con grave stress reciproco, si può osservare la produzione di feci. Il cibo può essere sparso in terra, ma se non viene consumato ovviamente l’animale non produrrà feci. Se si pongono sul fondo della gabbia dei fogli di carta, meglio se bianchi come la carta da cucina, è facile osservare la quantità di feci prodotte nella giornata e il loro aspetto. Un’alterazione nella quantità o nell’aspetto delle feci ci fa subito capire che qualcosa non va.
Se il pappagallo non è solo nella gabbia può essere più complicato capire che c’è un soggetto malato, per cui resta importante l’osservazione diretta, e discreta, del comportamento degli uccelli da una certa distanza per alcuni minuti. Un pappagallo che non sta bene non riesce a mantenere a lungo un atteggiamento normale senza ricadere in uno stato di apatia quando si sente al sicuro da sguardi indiscreti.
Questi accorgimenti possono essere impiegati anche nei piccoli passeriformi, come i canarini, soprattutto il controllo delle feci, visto che questi uccellini in genere non sono abituati a farsi maneggiare.